Qui, solo Qui by Christelle Dabos

Qui, solo Qui by Christelle Dabos

autore:Christelle Dabos [Dabos, Christelle]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2023-05-29T22:00:00+00:00


Pierre

Consultazioni terminate.

Così c’è scritto sulla porta dell’aula 1. L’inchiostro è un po’ sbavato per via della pioggia. Busso, non si sa mai. Nessuna risposta. È già la quarta volta che vado sul retro della scuola ed è sempre silenzio radio. Non sono l’unico. Ieri durante la ricreazione mi ero nascosto nel parcheggio e ho visto un bel po’ di ragazzi e ragazze, anche dei professori, affrontare la pioggia per incontrare la guru. Viaggio a vuoto per tutti.

Perfino io, quello che tutti picchiano ma con cui nessuno parla, perfino io ho sentito un sacco di chiacchiere. Corpi trasformati, vite cambiate… Cioè, a quanto ho capito soprattutto problemi di pelle, peso e pisello.

Non sono sicuro che la guru possa aiutarmi, ma tentar non nuoce…

Torno in cortile con le spalle curve e il cappuccio tirato sugli occhi. Voglio a tutti i costi evitare di vedere quello che so benissimo che vedrei se voltassi la testa anche soltanto un po’. Mi segue dappertutto, il bastardo.

La plebe si accalca sotto il portico. La guru dev’essere da qualche parte nel mucchio. Era un’alunna come le altre, prima, anche meno delle altre, visto che in realtà nessuno sa in che classe stia, nemmeno quelli della sua classe.

La cerco senza sapere come riconoscerla e la trovo, forse perché Vincent si è seduto accanto a lei su una panchina e mi fa grandi segnali. Ora mi precede, il bastardo.

«Ehm, ciao».

La guru non mi risponde. Ha la bocca piena di brioche che inghiotte in maniera bulimica. Piove e fa freddo, ma indossa enormi occhiali da sole come un’attricetta in cerca d’anonimato. Però non vedo la piuma. Pare che sia la piuma a fare tutto.

«Ehm, mi servirebbe un piacere».

Potrei sollevare un po’ il cappuccio, ma non mi dispiace avere una visione ristretta del mondo. Finché ho la guru di fronte non vedo Vincent accanto a lei con le dita che tamburellano pazientemente sulla valigetta dell’oboe, Vincent con il suo insopportabile sorriso elastico e la schiena sempre dritta. Bastardo.

La guru sta continuando a masticare brioche senza battere ciglio.

«Ehm, se è un problema di soldi…».

Le do una banconota di quelle grosse, uscita fresca fresca dal portafoglio genitoriale, una di quelle che in genere mi riservo per i ragazzi del racket. Non sto dritto come Vincent, io. Mi curvo fin quasi a non poter respirare.

«Puoi fare meglio».

Ecco cosa mi dice la guru con la bocca ancora piena. Ha qualcosa di inquietante sotto gli occhiali scuri. Non so se sia la pelle senza peli o cosa, ma sembra una bambola. Anzi no, sembra un neonato, un grosso pupo imbronciato che emana un odore buonissimo.

«È quello che mi dicono i prof fin dalle elementari: puoi fare meglio» aggiunge senza guardarmi in faccia (anche se è difficile capirlo con quegli occhiali). «Mi impegnavo il triplo di Louise. Puoi fare meglio. A corsa, a lezione, nei lavoretti, a disegno, a cucito, a dettato: Louise, prima. Io, puoi fare meglio. E per una volta, dico per una volta che faccio meglio, per una volta che sono finalmente speciale in qualcosa, be’, manco per niente, Louise fa ancora meglio di me.



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